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ASSOCIAZIONE GUASTALLESE DI STORIA PATRIA 1933   GUIDA AI LUOGHI DELLO STATO   L

ASSOCIAZIONE GUASTALLESE
DI STORIA PATRIA
1933



GUIDA AI LUOGHI DELLO STATO




L’idea tutta contemporanea per la quale a fronte del termine ‘Stato’ stia una costruzione giuridicamente monolitica (il dato dimensionale – territoriale già incide meno) non era certo corrente in età moderna, quale sia l’estensione temporale che si voglia dare a tale parcellizzazione della più generale ‘Storia’.
In questo senso, nello scenario antico della nostra Penisola, anche quelle che ai nostri occhi di posteri appaiono essere state organizzazioni coese in realtà protrassero sino alla fine del XVIII secolo la propria frammentata matrice d’origine, solo conclusa dalla uninominarietà del sovrano.
Granducato, regno di Sardegna, i ducati minori, le repubbliche furono caratterizzati dal continuo intersecarsi, al proprio interno, di differenti ordinamenti giuridici, partizioni territoriali, diverse legittimazioni di sovranità, aree a dominio diretto ed altre mediate, salvo il caso di Venezia, tuttavia ben divisa in quanto a prerogative tra Dominante e Terraferma. Alla sovrapposizione di ordinamenti non si sottrassero nemmeno lo Stato pontificio ed il regno di Napoli (e di Sicilia), nei quali il ceto baronale giunse a singolari livelli di potere e ricchezza. 
Se questa era la situazione, accennata meno che in sintesi, cosa può dirsi di Guastalla quando si parli di ‘luoghi dello Stato’? 
È da ritenere che una corretta percezione di questa vicenda statuale non possa fare a meno di una considerazione: è poi un dato rilevante, e sino a che punto rilevante, la non costante contiguità di territori ai fini della definizione di Stato?
O piuttosto possono essere chiamati oggi a comporre questa idea, riferita al nostro antico ducale, anche altri parametri?
Ad esempio la detta uninominarietà sovrana, ma anche le interdipendenze economiche tra i luoghi, le conseguenze omogeneamente distribuite di una sola politica sovrana, l’intersezione stretta tra funzionari reclutati prevalentemente nei domini della Casa e fatti circuitare nel ‘sistema degli Stati’ dei Gonzaga di Guastalla, le politiche di patronaggio diffuse sui territori soggetti come feed back della convergenza verso la capitale di speculari attese di guarentigia, la diffusione organica di costanti statutarie e prassi giuridiche statuite dai serenissimi di Guastalla.
Se ammettiamo l’antico regime come luogo mentale dai molteplici piani di intersezione tra i territori, i ceti, le persone, i regimi giuridici non v’è dubbio che si possa guardare all’idea di Stato non solo in chiave strettamente territoriale, per quanto di ‘territori divisi’, ma anche ed a ragione in chiave di ideale e condiviso sentimento di identità.
Quella seguente è la rappresentazione dello Stato di Guastalla, nel suo lungo comporsi e scomporsi, data dai luoghi ma soprattutto dall’idea di appartenenza ad una riconosciuta sovranità. 
Dato che non si vuole costruire un atlante storico – geografico si procede per ordine alfabetico, preposta la Dominante.


Guastalla, Alessano, Allumiere, Ariano Irpino, Bozzolo, Campobasso, Chieuti, Cividale, Commessaggio, Giovinazzo, Isola Dovarese, Luzzara, Molfetta, Ostiano, Pomponesco, Reggiolo, Sabbioneta, San Martino dall’Argine, San Paolo di Civitate, Sanseverino, Serra Capriola, Specchia.






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